ArteOlio è una Benefit Company: un’azienda che unisce performance economica, innovazione e impatto sociale e ambientale positivo e chee produce un Olio Extra Vergine di Oliva, direttamente dai suoi campi nel cuore della Toscana.
Ci potresti raccontare un po' della tua azienda e degli obiettivi commerciali?
ArteOlio è nata nel 2019 con l’obiettivo di portare innovazione nel settore olivicolo italiano, applicando le tecnologie più moderne sia meccaniche che agronomiche. Fin dall’inizio abbiamo scelto un modello produttivo non tradizionale, con impianti a filare e a spalliera, per garantire una produzione sostenibile nel tempo. Abbiamo fondato la società dopo un anno di studio, scegliendo la Toscana non solo per il suo valore simbolico ma anche per la disponibilità logistica e di risorse umane. Oggi coltiviamo circa 700 ettari e abbiamo piantato oltre un milione di olivi. La prima raccolta, lo scorso autunno, è stata soddisfacente e ci aspettiamo una crescita costante della produzione. L’investimento complessivo finora ha superato i 40 milioni di euro.
In quali modelli di business vedete maggiori opportunità a livello agricolo?
Abbiamo scelto un modello di filiera integrata. Produciamo esclusivamente con le nostre olive, lavorandole nel nostro frantoio moderno, progettato per una lavorazione continua ed efficiente. Questo approccio ci permette di garantire la completa tracciabilità del prodotto, dall’oliveto alla bottiglia, senza interventi esterni. Pensiamo che questo sia un valore aggiunto importante per il consumatore.
Qual era la visione iniziale nell'introdurre il modello dell'oliveto superintensivo in Italia?
La nostra visione era quella di rilanciare l’olivicoltura italiana, applicando metodi moderni già collaudati in altri Paesi come Spagna, Portogallo e alcuni del Nord Africa. L’idea era di importare un nuovo concetto di produzione, più efficiente e sostenibile, mantenendo al tempo stesso la qualità che contraddistingue il marchio Italia nel mondo.
Quali sono state le principali sfide e gli insegnamenti nell'implementazione di questo modello in Italia?
Una delle principali sfide è stata culturale: c’è spesso una certa resistenza verso l’innovazione nel mondo agricolo, che è molto legato alla tradizione. Tuttavia, spiegando i benefici ambientali e qualitativi del nostro metodo, e facendo assaggiare il nostro olio, queste resistenze si attenuano. La gestione tecnica di un impianto superintensivo richiede anche competenze specifiche, ma i risultati finora ci confermano la bontà della scelta.

Quali fattori chiave hanno influenzato la scelta delle 700 ettari per la coltivazione?
Due fattori sono stati determinanti: la qualità del terreno, adatto all’olivicoltura moderna, e soprattutto la disponibilità di acqua. Tutti i nostri impianti sono irrigati a goccia, con sistemi molto efficienti, che rendono l’acqua una risorsa strategica.
Perché avete deciso di investire in nuove varietà per l'oliveto come Lecciana, Oliana e Brunella?
Abbiamo scelto un mix varietale per garantire costanza qualitativa nel tempo. Le varietà più storiche, come l’Arbequina, ci hanno offerto una base solida. Le varietà più recenti, come Lecciana, sono state selezionate per le loro eccellenti caratteristiche organolettiche e per la maggiore efficienza idrica e produttiva.
Qual è il valore differenziale apportato dalle nuove varietà rispetto alle varietà tradizionali?
Varietà come Lecciana, per esempio, hanno mostrato una resa produttiva superiore e un olio di alta qualità già al primo anno. Inoltre, sembrano avere un fabbisogno idrico minore, caratteristica molto rilevante per la gestione sostenibile delle risorse.
Quali strategie avete implementato per garantire l'efficienza dei costi e massimizzare la produttività?
Oltre al modello integrato, lavoriamo varietà diverse separatamente e le stocchiamo singolarmente. Questo ci permette di creare blend su misura, mantenendo costanti le caratteristiche organolettiche. Inoltre, le varietà con maturazione differenziata permettono di ottimizzare l’uso degli impianti e dei macchinari di raccolta.
Come gestite il rischio legato alle fluttuazioni del mercato dell'olio d'oliva?
Le fluttuazioni di prezzo sono inevitabili nel settore agricolo e sono spesso legate a fattori climatici. Noi cerchiamo di mitigare questo rischio applicando tecnologie moderne, come l’irrigazione a goccia, e soprattutto lavorando sulla costruzione di un brand forte, ben posizionato su mercati internazionali. Questo aiuta a stabilizzare il valore del prodotto finito, rispetto al mercato dello sfuso.

Cosa rende questo tipo di progetto interessante per gli investitori nel settore agricolo?
L’agricoltura ha un fascino innato per molte persone, anche per chi non è del settore. Inoltre, il nostro progetto unisce sostenibilità, innovazione e una prospettiva economica solida, con ritorni competitivi. Questo mix è stato determinante per attrarre investimenti.
Avete piani per espandere le ettari coltivate o diversificare la produzione in futuro?
Sì, siamo sempre alla ricerca di nuovi terreni. L’obiettivo iniziale di 700 ettari è stato raggiunto, ma l’interesse e i risultati ottenuti ci spingono a valutare ulteriori sviluppi, sia in termini di superficie che di gamma prodott
Nella vostra comunicazione vi presentate come “Progettati per l’innovazione”. Qual è il ruolo dell'innovazione nella produzione e commercializzazione dei vostri oli?
L’innovazione è il nostro DNA. Dall’impianto degli oliveti alla lavorazione, fino alla commercializzazione e tracciabilità, tutto è stato pensato in chiave moderna. Questo non solo migliora l’efficienza, ma crea valore per il consumatore e ci differenzia sul mercato.
Come vede l'evoluzione del mercato dell'olio d'oliva nei prossimi anni?
Crediamo che la domanda per oli tracciabili, sostenibili e di qualità continuerà a crescere. Il mercato diventerà sempre più selettivo e il consumatore più informato. Chi saprà offrire trasparenza, qualità e innovazione sarà premiato.
Qual è la vostra visione a lungo termine per Arteolio e il suo impatto nel settore?
Vogliamo continuare a crescere mantenendo l’integrazione verticale, che è il cuore del nostro progetto. Vogliamo ampliare la gamma di prodotti per rispondere meglio alle esigenze dei mercati, mantenendo sempre alto il livello qualitativo. A lungo termine, ci piacerebbe che ArteOlio diventasse un punto di riferimento per una nuova olivicoltura italiana, moderna, sostenibile e competitiva.