CIVAC-19 apre una nuova era per la citricoltura mediterranea

Ignasi Iglesias

CIVAC-19 apre una nuova era per la citricoltura mediterranea

Frutto di oltre un decennio di ricerca da parte di Agromillora e IVIA, questo portainnesto consente impianti intensivi più produttivi, una meccanizzazione efficiente e frutti di qualità uniforme.

La citricoltura mediterranea sta attraversando un periodo di transizione storica, segnato da diverse sfide che impongono una revisione dei modelli produttivi tradizionali. In questo contesto, Agromillora, in collaborazione con l’Istituto Valenciano di Ricerche Agrarie (IVIA), ha presentato il CIVAC-19, un nuovo portainnesto di agrumi progettato per affrontare le sfide di sostenibilità, efficienza e meccanizzazione richieste dal settore.

Chiaro esempio di innovazione varietale

Il CIVAC-19 è il risultato di oltre dieci anni di ricerca tra IVIA e Agromillora. Si tratta di un portainnesto ibrido di Citrus reshni (Cleopatra) e Poncirus trifoliata, la cui natura semi-nanizzante conferisce un vigore medio, fondamentale per mantenere chiome di volume ridotto e particolarmente rilevante negli impianti a siepe, dove la densità e l’uniformità degli alberi sono essenziali.

Tra i suoi attributi agronomici spiccano l’elevata efficienza produttiva, con rese cumulative superiori rispetto ad altri portinnesti. Inoltre, garantisce una buona pezzatura del frutto e una maturazione precoce. Il CIVAC-19 si distingue anche per le sue ampie tolleranze e resistenze: mostra alta resistenza alla salinità, buona adattabilità a suoli calcarei e a condizioni di asfissia radicale, resistenza moderata a Phytophthora e una certa tolleranza al virus della tristezza degli agrumi.

Le prove condotte in Andalusia hanno confermato la superiorità del CIVAC-19 in varietà come Navelina, Valencia Late, Clemenules e Limone Fino-49, sia in termini di produzione cumulata che di qualità del frutto.

Un portainnesto, diversi modelli di coltivazione

Il portainnesto CIVAC-19 introduce nella citricoltura mediterranea il sistema di impianto a parete, con due modelli adattabili alle esigenze del produttore: super alta densità (SHD) e alta densità (HD).

Il primo, con chiome ridotte e sesti d’impianto molto stretti, facilita la raccolta meccanizzata per frutta da industria o manuale da terra per il consumo fresco, potendo combinare entrambi i metodi.

Il secondo, di carattere intensivo ma con sesti più ampi rispetto allo SHD e più stretti rispetto ai tradizionali, offre comunque una maggiore efficienza produttiva.

«In entrambi i casi si tratta di una proposta dirompente che consente di produrre di più con meno risorse, in particolare manodopera, fitosanitari e acqua per l’irrigazione, offrendo inoltre lo SHD la doppia attitudine: frutta di qualità per il consumo fresco mediante raccolta manuale, e frutta per l’industria con raccolta meccanizzata», spiega Ignasi Iglesias, dottore in ingegneria agraria, esperto in frutticoltura e divulgatore.

Iglesias sottolinea che il futuro della citricoltura, come per altre specie legnose, passa per la riduzione della dipendenza dalla manodopera e l’ottimizzazione delle risorse come acqua, fertilizzanti e fitosanitari, al fine di ottenere maggiore efficienza e sostenibilità.

Attualmente, la potatura e la raccolta rappresentano quasi la metà dei costi di produzione, in un contesto in cui la manodopera è sempre più scarsa, costosa e specializzata. I modelli intensivi proposti offrono una valida alternativa, poiché permettono di ridurre questi costi: da 9 centesimi al chilo negli alberi grandi si passa a 7 in quelli di dimensioni medie, 6 in alta densità, 5 in super alta densità e solo 2 centesimi quando si utilizzano raccoglitrici semoventi.

Inoltre, la potatura viene meccanizzata parzialmente e completata con un intervento manuale da terra, riducendo i costi di oltre il 30%, facilitando il lavoro e apportando maggiore sostenibilità sociale alla coltivazione.

SUPER ELEVATA DENSITÀ (SHD) CON IL PORTINNESTO CIVAC-19
ALTA DENSITÀ (HD) CON IL PORTINNESTO CIVAC-19

Intensificazione, cammino verso la sostenibilità

Il concetto di intensificazione sostenibile mira a produrre prima, di più e meglio, ottimizzando le risorse e rispettando l’ambiente. I sistemi ad alta densità offrono chiome più piccole e bidimensionali, che riducono il consumo di acqua e fertilizzanti, favoriscono una distribuzione uniforme della luce e generano frutti di qualità superiore.

La loro struttura compatta migliora l’efficienza dei trattamenti fitosanitari, riduce la deriva e accelera l’entrata in produzione — con alberi pienamente produttivi già dal quarto o quinto anno, accelerando così il ritorno sull’investimento. Inoltre, questi sistemi permettono ai produttori di diversificare le destinazioni del frutto, servendo sia il mercato del fresco che quello della trasformazione, a seconda dell’andamento dei prezzi.

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Un passo avanti

La citricoltura spagnola cerca di reinventarsi per mantenere la propria competitività. Gran parte della superficie coltivata è recente, riflettendo l’interesse sia per la produzione che per la diversificazione e le nuove varietà. In questo contesto, il CIVAC-19 si presenta come elemento chiave per avanzare verso impianti più redditizi, tecnologici e sostenibili.

Secondo Iglesias, questo modello intensivo segnerà il futuro del settore, seguendo il percorso di altre colture mediterranee, e permetterà alla Spagna di continuare a guidare l’innovazione agronomica nella regione.

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